VENERDI’ 26 APRILE 2019

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Sala Veneziana ore 16.30

Convegno “Il turismo delle esperienze nell’anno del turismo lento”
Racconti di turismo lento

Jesusleny Gomes, “Camminatrice seriale”, ideatrice del progetto “su2piedi” e “Pink Bench
Fiab Regione Veneto: il turismo ciclopedonale. A che punto siamo: progetti, proposte

#montagnanafestival2019

JESUSLENY GOMES: CHI SONO 

info: https://www.su2piedi.it/chi-sono 

Il mio nome è Jesusleny Gomes e vengo dal Brasile. Sono nata in un’umile famiglia contadina ad Agua Boa, un villaggio nello stato di Minas Geiras che non si trova nemmeno sulle mappe.

Quando sono arrivata in Italia, a 18 anni, avevo solo due valigie: una carica di sogni e una piena di voglia di fare.

Ho iniziato la mia avventura facendo la modella, dividendomi tra il lavoro e il ruolo di madre. Un’esperienza che ha forgiato il mio carattere, insegnandomi che la bellezza non basta se non è accompagnata dalle idee e dall’ingegno.

Ho presto capito che al mondo della moda preferivo quello dell’impresa: ho sempre avuto la voglia di creare qualcosa di mio, che rispecchiasse la mia personalità intraprendente.

Per finanziarmi ho cominciato a lavorare in diverse aziende informatiche, che sono state una grande scuola e dove ho cercato di apprendere il più possibile dai colleghi. Dopo anni di sacrifici e determinazione ho messo insieme tutte le mie esperienze e ho creato la mia azienda. Oggi sono founder e socio unico della startup ITline 8.3, società che si occupa di consulenze nel settore delle tecnologie informatiche.

Nel mio lavoro investo moltissimo sul capitale umano, perché voglio che chi lavora o collabora con me si senta sempre soddisfatto e motivato. Le persone sono il patrimonio più importante di un’azienda.

LA MIA PASSIONE

Oltre al mio lavoro, ho un’altra grande passione: quella di camminare.

Tutto è iniziato qualche anno fa, quando ho deciso di mettermi alla prova. Ho messo lo zaino in spalla, gli scarponi ai piedi e sono partita per affrontare il Cammino di Santiago, il pellegrinaggio per eccellenza. Non ero mossa da motivazioni spirituali, non era un atto di fede: era piuttosto una sfida con me stessa, una volontà di partire per un viaggio guidata solo da mio istinto.

Stando in mezzo alla natura selvaggia ho avuto il tempo di fuggire momentaneamente dal mondo, alla ricerca di un’armonia interiore. La società al giorno d’oggi ci impone di essere tutti uguali, standardizzati, ma mentre sei in cammino hai la possibilità di esprimerti veramente per quello che sei, senza limitazioni imposte da altri. E quando lungo la strada incontri altre persone e ascolti le loro storie, ti arricchisci sia umanamente che culturalmente.

Il Cammino di Santiago mi ha fatto scattare dentro una scintilla e così negli ultimi due anni ho intrapreso diversi percorsi, spesso molto impegnativi dal punto di vista fisico, tra cui la West Highland Way in Scozia e il Cammino di Sant’Olaf in Norvegia. Dopo aver girato diverse zone dell’Europa, a settembre di quest’anno ho camminato lungo la Via degli Dei, storico collegamento tra Bologna e Firenze che attraversa l’Appennino tosco-emiliano.